Santuario della Madonna della MutataLa Domenica in Albis a Grottaglie, conosciuta anche come “Pasca t’li palomme” o “Pasqua delle colombe”, è un’antica celebrazione che si tiene la prima domenica dopo Pasqua. Questo giorno, carico di tradizione e devozione, non segna la fine delle festività pasquali, ma si prolunga fino alla domenica successiva.

Le famiglie grottagliesi, insieme a fedeli provenienti dai paesi vicini, si recano in pellegrinaggio allo storico santuario della Madonna della Mutata. Questo luogo sacro si trova ai piedi della Murgia martinese, in località “Foresta Tarentina” e perciò chiamato anche Santa Maria in Silvis.

Durante la Domenica in Albis, i grottagliesi consumano la famosa “palomma”.

Questo antico panetto pepato, noto come il pane povero della quotidianità contadina, contiene una o più uova sode non sgusciate. La forma della “palomma” era decisa dall’estro della massaia. Questo pane speciale viene gustato all’aperto durante la giornata di festa.

La Pro Loco di Grottaglie, con il patrocinio del Comune, organizza iniziative per valorizzare ulteriormente questo appuntamento tradizionale. Ci sono visite guidate, esposizioni di specialità tipiche da parte dei panificatori e degustazioni. In passato, Grottaglie ha addirittura stabilito un record nel “guinness dei primati” con la realizzazione di una “palomma” lunga ben trenta metri davanti al santuario.

Non tutti però conoscono la leggenda, risalente al 1359, che circonda l’immagine sacra che si trova nel santuario.

Nel X secolo, esisteva una piccola chiesetta sul luogo dove ora sorge il Santuario. Questa chiesa era oggetto di contesa tra gli abitanti di Grottaglie e quelli di Martina Franca. All’interno della chiesa, c’era un affresco della Madonna sulla parete rivolta a sud, ovvero verso Martina Franca. Per questo motivo, gli abitanti di Martina Franca consideravano questa immagine come loro e ne rivendicavano la proprietà.

Tuttavia, il lunedì di Pentecoste del 1359, avvenne un evento straordinario. La Madonna stessa sembra aver risolto la questione. L’immagine dipinta venne ritrovata sulla parete opposta, rivolta verso Grottaglie. Da quel momento in poi, la Madonna fu considerata la patrona della cittadina. In onore di questo “mutamento” miracoloso, fu chiamata Santa Maria Mutata.

Esiste anche un’altra teoria interessante riguardo al nome “Mutata”. Alcuni credono che derivi dalla parola “mutazione”, indicando un luogo di sosta per cavalli e riposo. Questo potrebbe essere confermato dalla presenza di un’attigua masseria accanto al Santuario.

Il Santuario presenta una facciata divisa in tre zone longitudinali, con una statua della Vergine Mutata sopra la porta d’ingresso. L’interno ha tre navate, con affreschi, altari e una pavimentazione in maiolica grottagliese del Seicento, espressione dell’arte figula della città.

Articolo di Mariarosaria Brucoli
Fotografie di Francesco Menzera e Grazia Pelagi

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