Si è da poco conclusa la tanto attesa sagra “Orecchiette nelle ‘nchiosce” a Grottaglie, giunta finalmente alla IX edizione, dopo i 4 anni di fermo dovuti alla pandemia.
Anche quest’anno non siamo certamente rimasti delusi. Nove lady chef dell’Unione Cuochi Regione Puglia hanno proposto 10 ricette, due delle quali gluten free, che combinano la tradizione all’innovazione, e diversi tipi di vini e birre con cui accompagnare i piatti. Ad allietare, come sempre, le serate, gruppi musicali (gli Accasaccio e i Terraross), Radio Orecchiette in filodiffusione e artisti vari che si sono esibiti nelle stradine del centro storico, come il bravissimo Mike Gregucci.
Una edizione, quella di quest’anno, che ha portato un po’ di novità, di cui ci ha parlato il Presidente dell’Associazione Slow food Grottaglie, che ha supportato l’Associazione “Le idee non mancano Aps”, promotrice dell’evento, e che ringraziamo per la sua disponibilità.
Nonostante fosse impegnato per la cena organizzata per i soci Slow Food “Orecchiette in Jazz”, che si è tenuta all’interno del Giardino Mediterraneo la sera dell’8 agosto, Franco Peluso è riuscito a parlarci un po’ dell’evento che tutti i grottagliesi, e non solo, aspettavano da tanti anni.
Per prima cosa gli abbiamo chiesto quali fossero state le difficoltà nel riprendere l’organizzazione dell’evento dopo la pandemia. “Le difficoltà sono state tantissime, ci preoccupavamo delle presenze perché il turismo in Puglia ha perso tanto, i costi inoltre sono rilevantissimi, e ogni anno cerchiamo di fare qualcosa di particolare. Quest’anno facciamo questo “Concerto commestibile”, che poi è stato chiamato “Orecchiette in Jazz”, che è un concerto accompagnato dalla degustazione delle orecchiette fatte da due chef, Salvatore Carlucci e Maria D’Acunto. Comunque la pandemia ormai ce l’abbiamo alle spalle, cerchiamo di dare valore a Grottaglie e lavorare sulla qualità e sulla bellezza.”
Gli abbiamo poi chiesto delle novità di quest’anno. Come si è potuto notare c’è stato un ritorno alle ‘nchiosce (i piccoli vicoli), come nelle prime edizioni, che erano state abbandonate perché vi si creava troppa calca all’interno con conseguenti rischi per i visitatori. Infatti, oltre al classico percorso di via Crispi, sono state aggiunte delle postazioni all’interno delle vie adiacenti, come ad esempio Via La Pesa e Via D’Alessandro, in modo da smistare maggiormente la gente e gestire la manifestazione in modo più Slow.
Altra novità è stata quella di far creare i piatti a 9 Lady chef, come detto precedentemente, per dare valore al lavoro della donne, e a rafforzare la collaborazione con l’Associazione Alzàia Onlus, impegnata dal 2007 a supportare le donne che subiscono violenza. Sono stati creati proprio dal “Cantiere delle idee” di Alzaia sia gli striscioni sparsi lungo il percorso che le frasi sul cappello degli chef.
Un’edizione, insomma, ricca di novità, e tra queste anche il bicchiere di ceramica grottagliese di Marcello Fasano, consegnato insieme ai ticket.
Ovviamente, non sono mancate le lamentele e le critiche raramente costruttive, perché le file erano lunghe, perché i piatti non erano buoni o perché gli ingredienti erano finiti, ma queste sono fisiologiche quando un evento richiama migliaia di persone.
Nel bene o nel male, la “festa” grottagliese delle orecchiette attira tantissime persone, tra le quali anche molti stranieri, e questo non puo’ che essere un fattore positivo, non solo per la città, ma per la Puglia intera. E magari, mentre si gira in cerca del prossimo stand, si possono anche incontrare personaggi famosi.
Per quest’anno la sagra è finita, ma siamo certi che il prossimo anno tornerà ancora più bella e con gli stessi altissimi livelli di enogastronomia che la contraddistinguono.
Articolo di Mariarosaria Brucoli
Fotografie di Francesco Menzera
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